L’edizione 2024 del Festival è dedicata alla memoria del “Ghandi italiano”, ovvero di Danilo Dolci, poeta, saggista, scrittore, architetto e attivista di Pace, dei Diritti Umani e della non violenza, fervente militante antimafia, una personalità polivalente e ricca di umanità, creatore del “metodo maieutico” che ha segnato la pedagogia del Novecento. Quest’anno si celebra un secolo dalla sua nascita a Sesana, in Slovenia.
Ed è proprio a Danilo Dolci e alle sue rivoluzionarie tesi educative e formative che il Festival ha dedicato questa serata che si svolgerà nella cornice simbolica dello Spazio Comunale Piazza Forcella, ovvero nella Biblioteca dedicata ad Annalisa Durante, uno dei presidi anticamorra più noti di Napoli. Ad inaugurarla la relazione “L’approccio maieutico reciproco di Danilo Dolci” a cura di Giuseppe Barone, biografo di Dolci e saggista, che ripercorrerà i criteri esposti nelle opere sociali del Maestro e riprenderà alcuni ricordi personali vissuti con lui, nella Trappeto di fine secolo.
Barone è autore di “Danilo Dolci. Una rivoluzione nonviolenta. La vita e l’opera di un uomo di pace” e di “La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo biografico di Danilo Dolci” due volumi fondamentali per la conoscenza del pacifista friulano. Ad accompagnare la relazione di Barone ci sarà Isabella Behar, docente napoletana, che modererà il dibattito con il pubblico e i docenti presenti.
Il tributo a Dolci sarà completato da Giuseppe Semeraro, attore teatrale salentino, che ci proporrà il monologo “Digiunando davanti al mare” che ripercorre alcune delle vicende del processo che fu intentato a Dolci per le sue proteste contro le istituzioni e la criminalità organizzata, a difesa dei diritti di poveri e della gente siciliana.