L’edizione 2020 del nostro festival vuole innanzitutto rendere omaggio al coraggio di Mario Paciolla, giovane cooperante napoletano, morto nel luglio scorso, a 33 anni, in circostanze non ancora chiarite, nell’adempimento della propria missione in Colombia. Paciolla lavorava a San Vicente del Caguán, in una missione ONU, alla supervisione dell’applicazione dell’accordo di pace siglato nel 2016 tra le FARC (le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) e il governo colombiano, accordo la cui attuazione non sembra procedere nella giusta direzione.
Precedentemente, Paciolla aveva operato in Italia, in India, in Argentina e in Giordania e aveva lavorato anche nella stessa Colombia, a Bogotà, con le Brigadas Internacionales de Paz (PBI: Peace Brigades International), dove aveva maturato una buona esperienza del contesto. Pochi giorni prima della fatidica data del 15 luglio aveva dato segnali di inquietudine e preoccupazione ai suoi familiari e aveva ottenuto il permesso e il biglietto aereo per tornare in Italia: sarebbe dovuto partire proprio il 15 per Bogotà, da dove un volo umanitario lo avrebbe riportato a Napoli. Poi la morte violenta, ancora priva di certezze.
Sulla sua improvvisa morte, il nostro Governo dovrà fare chiarezza, chiedendo maggior collaborazione al Governo colombiano per accertare le condizioni in cui è avvenuto il tragico episodio e invitando le Nazioni Unite a collaborare senza reticenze. Il Festival si unisce all’appello della famiglia, del Comitato “Giustizia per Mario Paciolla” e dell’avv. Alessandra Ballerini, legale della sua famiglia (come, del resto, già avvenuto per la famiglia Regeni, alla quale pure ci stringiamo nuovamente), per chiedere che la verità sulla morte di Mario emerga presto e con chiarezza, prevenendo i gravi problemi che hanno caratterizzato il caso Regeni.
È già accaduto in passato, nel caso di Silvia Romano (2019), cooperante italiana rapita e recentemente restituita alla famiglia, che il Festival abbia preso posizione per sostenere le battaglie di verità e il tentativo di difendere i nostri cooperanti esposti a ritorsioni e rischi in terra straniera, mentre erano impegnati in missione di pace e di difesa dei Diritti Umani. Anche di questo impegno il Festival darà conto alla Città, al suo pubblico internazionale, ai familiari e a tutti gli amici di Mario.