La storia di Simon Safieh, ospite della serata e già vincitore di una menzione del nostro Festival nel 2019, è quella di un giovane regista ed intellettuale che pur di poter esercitare la sua professione, ha resistito alle pressioni e alle inefficienze della burocrazia siriana, aggravata dallo stato di guerra in cui il paese si trova da molti anni. La sua storia personale riflette la sofferenza di tutti gli artisti siriani e la difficoltà del ritorno alla normalità che tarda ad arrivare, condizionato dagli stravolgimenti politici e militari che si susseguono nell’area del Medio Oriente. Col racconto della sua vita e delle sue esperienze professionali, Safieh ci guida tra le rovine di un grande Paese messo in ginocchio dalla lotta religiosa e politica delle correnti islamiche, aggravata dalla presenza dei fondamentalisti; a fargli da controvoce ci sarà, ancora una volta, il freelance Ivan Grozny Compasso, giornalista italiano appena rientrato dal Rojava, e Giacomo Negrotto, consulente UNDP di stanza a Damasco, in collegamento video-audio. In serata saranno proiettati contributi filmati della Siria degli ultimi anni e interviste realizzate da Compasso soltanto un paio di settimane fa.